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La lingua croata appartiene al gruppo delle lingue slave meridionali. è la lingua ufficiale della Repubblica di Croazia e una delle lingue ufficiali dell'Unione Europea. è la lingua parlata anche dai croati in Bosnia ed Erzegovina, Serbia (Vojvodina), Montenegro (Bocche di Cattaro), Austria (Burgenland), Italia (Molise), Ungheria, Slovacchia, Romania e dagli emigranti croati in Europa occidentale, Nord e Sud America, Australia e Nuova Zelanda.
È suddivisa in tre dialetti: stocavo, caicavo e ciacavo, i quali nomi si riconducono ai pronomi interrogativi što?, kaj?, ča? (Formula aurea della lingua croata). La lingua standard e letteraria odierna si basa principalmente sui dialetti novostocavi della pronuncia iecava ed è scritta in alfabeto latino. Nei secoli successivi all'insediamento dei croati (dal VI/VII secolo), la lingua croata si sviluppò soprattutto sotto l'influenza del latino come lingua del cristianesimo occidentale, e dal X secolo fu forte anche l'influenza dello slavo ecclesiastico, che presto assimilò le caratteristiche della lingua nazionale croata, strettamente imparentata (recensione croata dell'antico slavo). La lingua croata scritta sostituì l'antico slavo già nel Duecento/Trecento, per essere poi sostituito completamente fino alla fine del Medioevo.
Si ritiene che la scrittura glagolitica, la più antica scrittura slava, sia stata inventata a metà del IX secolo inventata da San Cirillo. In Croazia si diffuse come glagolitico angolare e a partire dal XII secolo i croati sono l'unico popolo (con brevi episodi di popoli cechi e polacchi nel XIV secolo, ma sempre attraverso la mediazione croata) che usa e sviluppa l'alfabeto glagolitico. Rimase in uso fino alla fine del XIX secolo.
Alla fine del Medioevo e nell'Età moderna lo sviluppo della lingua croata fu influenzato dalla lingua italiana, tedesca, turca e in parte ungherese, e nell'Ottocento e Novecento anche dalla lingua ceca. Fino all'Ottocento la lingua croata veniva utilizzata prevalentemente sotto forma di lingue dialettali scritte e letterarie (ciacavo, stocavo, caicavo). Il dialetto stocavo entra nella letteratura croata alla fine del Quattrocento, da allora infatti inizia la preistoria dell'odierna lingua letteraria croata.
Nel Cinquecento il tipo stocavo si diffuse in altri ambiti dell'attività letteraria e dalla metà del XVIII secolo si consolidò la lingua letteraria stocava ma anche la lingua letteraria caicava. Anche se già nel Seicento furono già definiti i progetti per la creazione di un'unica lingua croata basata sulla lingua stocava, questa dualità del processo di standardizzazione della lingua croata fu abbandonata nel Ottocento durante il periodo dell'Illirismo. Il novostocavo fungeva da spina dorsale attorno alla quale, soprattutto nel lessico, si raccoglievano elementi ciacavi e caicavi, e con l'introduzione dei segni diacritici (Ljudevit Gaj) fu accettata anche una scrittura univoca. Successivamente si sono sviluppate diverse scuole di lingua (a Fiume, Zara, Zagabria, vukoviani croati) che hanno rallentato il naturale sviluppo della lingua, separandola in misura minore o maggiore dalla tradizione scritta croata.
Cirillico, scrittura slava che prende il nome da San Cirillo, che è spesso considerato il suo ideatore. In Croazia si unì all'alfabeto glagolitico nell'XI/XII secolo e si sviluppa in una versione indipendente – cirillico croato o bosniaco; rimase in uso fino alla metà del XIX secolo.
Nello Stato jugoslavo (1918-1941 e 1945-1991) lo sviluppo della lingua standard croata fu nuovamente ostacolato e nel 1954 fu concluso l'Accordo di Novi Sad con il quale si introdusse un nome comune obbligatorio per la lingua usata dai croati, serbi e montenegrini (i bosniaci all'epoca non erano riconosciuti) ovvero il croato-serbo o il serbo-croato. Lo stesso accordo prevedeva la creazione di un'ortografia e un dizionario comuni e la standardizzazione della nomenclatura scientifica generale.
L'alfabeto latino, il nome dell'antica scrittura latina e della serie di sistemi grafici che da esso si svilupparono. Oggi, l'alfabeto latino, variamente adattato, è usato nella maggior parte delle lingue europee, incluso il croato (dal XIV secolo). L'alfabeto latino croato ha 30 lettere (suoni), di cui 3 sono digrammi (dž, lj, nj) e 5 lettere con segni diacritici (č, ć, đ, š, ž).
Con la "Dichiarazione sul nome e sulla condizione della lingua letteraria croata" (1967) iniziò un'aperta opposizione dei cittadini croati a tale politica linguistica, per cui - nonostante le pressioni a cui fu esposta la lingua croata - la standardizzazione delle due lingue non è mai stata implementata. Sebbene i parlanti delle due lingue non avessero difficoltà a comunicare tra loro, la lingua croata si è sviluppata in circostanze culturali e storiche significativamente diverse, e oggi, linguisticamente ma soprattutto dal punto di vista sociolinguistico, il croato è una lingua slava meridionale ben distinta.
A gennaio 2024, il Parlamento croato ha approvato la Legge sulla lingua croata, come componente fondamentale dell'identità e della cultura croata, che ne regola l'uso pubblico e ufficiale e ne garantisce una cura sistematica e professionale.